Il furto d'identità


Il furto di identità è una forma di frode o truffa, avente per oggetto l'identità di un'altra persona, mediante il quale un soggetto finge di essere qualcun altro, assumendo l'identità di quella persona, di solito al fine di accedere a risorse o ottenere credito o altri benefici spendendo il nome altrui.
La vittima del furto di identità (in questo significato la persona la cui identità è stata assunta dal "ladro di identità") può subire conseguenze assai negative, se questi viene ritenuto responsabile per le azioni commesse dal perpetratore di tale comportamento. Organizzazioni e individui che sono stati ingannati o defraudati dal ladro di identità possono pertanto subire conseguenze negative e perdite e, in tal senso, sono da considerarsi vittime.
Il termine "furto di identità" è stato coniato nel 1964 e in realtà è un termine improprio poiché non è possibile rubare letteralmente l'identità in quanto tale - in termini più precisi sarebbe "furto d'identità" la clonazione dell'identità altrui, ma il termine è ormai diventato di uso comune.
Per la legge italiana è da considerarsi a tutti gli effetti un furto di identità l'attribuzione a sé non di un nome inventato, bensì di un nome di una persona specifica, utilizzato chiaramente per creare danni o turbare quella persone.
Il nostro sistema giuridico tutela il singolo individuo con la disposizione contenuta nell'articolo 494 del codice penale, il quale recita: Sostituzione di persona - "Chiunque al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici è punito se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno".
L'articolo in questione ha come suo oggetto di tutela penale la pubblica fede la quale ben può essere insidiata da parte di inganni che siano relativi all'identità, agli attributi sociali o alla mera essenza di una persona. Tali inganni sono in grado di sorprendere la pubblica fede piuttosto che la sola fede privata in quanto potenzialmente capaci di superare la cerchia ristretta di un determinato destinatario.
In tempi recenti, grazie all'avvento delle tecnologie, delle comunicazioni elettroniche e soprattutto dei social network, il fenomeno si è sviluppato a macchia d'olio, esponendo secondo alcuni oltre il 25% degli utenti del web al rischio di identity theft.
A tal proposito, nel 2007, si è espressa la Suprema Corte di Cassazione, stabilendo che: "È configurabile il reato di sostituzione di persona nel caso in cui si apra un account di posta elettronica intestandolo al nome di altro soggetto, comportando ciò l'induzione in errore non tanto dell'ente fornitore del servizio quanto dei corrispondenti i quali si trovano ad interloquire con persona diversa da quella che ad essi viene fatta credere. (Cassazione penale, Sezione V, 08-11-2007, n. 46674).
Occorre perciò prestare molta attenzione e non divulgare i propri dati personali, nemmeno sui social network che riteniamo inoffensivi, in quanto il pericolo di subire un identity theft - e le conseguenze di ciò - è più reale di quanto si possa credere.
L'acquisizione di "identificatori personali" (indirizzi, nomi, numeri telefonici eccetera) è resa possibile grazie a gravi violazioni della cosidetta privacy. Per gli utenti medi questo è solitamente il risultato di una loro disattenzione nel fornire ai "ladri di identità" i propri dati personali e le loro credenziali di accesso, ad esempio, a siti di e-banking.
Tuttavia informazioni sull'identià relative a documenti quali carte di credito, estratti conto bancari, bollette, libretti degli assegni eccetera possono anche essere fisicamente rubati da veicoli, case e uffici, o direttamente alle vittime di borseggiatori e scippatori.
La tutela degli "identificatori personali" da parte degli utenti è la strategia di intervento più comunemente raccomandato dalle varie organizzazioni che si occupano della questione. Tali organizzazioni offrono consigli su come gli individui possono impedire che informazioni sensibili cadano nelle mani sbagliate.
Il furto di identità può essere parzialmente mitigato non identificando se stessi inutilmente (una forma di controllo informazioni di sicurezza conosciuto come risk avoidance). Ciò varrebbe a dire che i vari tipi di sistemi informatici, di organizzazioni e di procedure di accesso ai più svariati servizi non dovrebbero richiedere una quantità eccessiva di informazioni personali o credenziali per l'identificazione e l'autenticazione. Il fatto che questi richiedano la memorizzazione ed elaborazione di identificativi personali (come numero di carte di credito, di patente di guida eccetera) aumenta i rischi di identity theft, a meno che queste informazioni siano adeguatamente protette in ogni momento.
Per proteggersi dai furti di identità elettronica, perpetrati per mezzo di tecniche quali phishing, hacking o diffusione di malware, i singoli utenti farebbero bene a mantenere elevata la sicurezza dei propri computer, ad esempio aggiornando i loro sistemi operativi con tutte le patch che mitigano le vulnerabilità dei sistemi conosciute, gli utenti dovrebbero altresì mantenere sempre in esecuzione il software antivirus e soprattutto utilizzare estrema cautela nel loro utilizzo dell'IT.
Ma vi è di più. I ladri di identità a volte impersonano soggetti defunti, utilizzando le informazioni personali ottenute da necrologi, lapidi e altre fonti per sfruttare ritardi esistenti tra il decesso e la chiusura dei conti bancari della persona, approfittandosi della disperazione e disattenzione dei familiari delle vittime e dei punti deboli nei processi di controllo del credito. Tali crimini possono continuare per qualche tempo fino a quando le famiglie o le autorità si rendono conto della situazione a causa di inevitabili anomalie.
Negli ultimi anni, infine, sono nate aziende in molti Paesi che forniscono servizi di protezione e/o assicurativi per la tutela contro il furto di identità. Questi servizi si propongono di contribuire a proteggere l'individuo dal furto di identità o di coadiuvare nella rilevazione del furto di identità in cambio di una quota mensile o annuale o di un premio. I servizi in genere funzionano impostando i cosiddetti "allarmi frode" sui file relativi al credito bancario dell'individuo con il supporto delle principali agenzie di credito o bancarie oppure attraverso la creazione di report di monitoraggio dei movimenti di liquidità.