La pedofilia


La parola pedofilia deriva dal tema greco "bambino" e "amicizia", ovvero affetto.
In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica da parte di un soggetto giunto alla maturità  genitale per soggetti che, invece, non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale. Il limite di riferimento di età varia da persona a persona, ma oscilla generalmente tra gli 11 e 13 anni.
Al di fuori dall'ambito psichiatrico, il termine pedofilia si discosta dal significato letterale e viene utilizzato per indicare quegli individui che commettono violenza attraverso la sessualità su di un bambino, o che commettono reati legati alla pedopornografia.
La psichiatria e la criminologia distinguono i pedofili dai child molester (molestatori o persone che abusano di bambini); le due categorie non sono sempre coincidenti. La pedofilia è una preferenza sessuale dell'individuo o un disturbo psichico, non un reato. La pedofilia definisce l'orientamento del soggetto, non un comportamento oggettivo. Analisi del fenomeno Reati di pedofilia si sono verificati in tutti i luoghi dove sono presenti bambini: famiglie, centri religiosi (seminari, oratori), scuole d'infanzia, associazioni giovanili (negli Stati Uniti d'America i boy-scout). Data l'estrema ampiezza di tipologie, la diffusione dei reati di pedofilia è considerata elevatissima.
Tra il 1950 e il 2004 si sono registrati undicimila casi documentati di abusi sessuali su minori i cui autori sono preti. La pedofilia in italia Secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro e pubblicati nel Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, quasi il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia. Nel panorama internazionale emerge che in Francia e in Inghilterra i minorenni vittime di abuso sessuale sono molto più numerosi, ma ciò che preoccupa in Italia è il "sommerso": è probabile, infatti, che alcune situazioni di abuso non arrivino alla denuncia.
In Italia è stato messo a punto un protocollo realizzato dalla collaborazione interdisciplinare tra avvocati, magistrati, psicologi, psichiatri, criminologi e medici legali dopo il convegno "Abuso sessuale sui minori e processo penale", tenutosi a Noto. Questo documento, chiamato appunto Carta di Noto, prescrive la prassi da seguire nel ricevere la testimonianza del bambino o della bambina. La Corte Costituzionale ha più volte ribadito che le direttive contenute nella "Carta di Noto" rappresentano delle mere indicazioni metodologiche non tassative, con la conseguenza che l'eventuale inosservanza di dette prescrizioni non comporta la nullità dell'esame. Però, molti accusati di pedofilia sono stati assolti nonostante testimonianze oculari (il ricordo vivo e particolareggiato dei minorenni coinvolti), rivelatesi poi non attendibili e in contrasto con i riscontri probatori. Da vittime a carnefici Secondo alcuni studi, una rilevante percentuale dei condannati per pedofilia ha a sua volta subito abusi durante l'infanzia. Terapia Il programma terapico si pone queste mete: