Il troll informatico


Nelle comunità virtuali come newsgroup, forum, social network, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog, troll è definito un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi. Origine del termine Il termine deriva dal mitologico troll, creatura umanoide diffusa, secondo la leggenda, nell'Europa settentrionale, in particolare in Norvegia. Vengono solitamente rappresentati come esseri di dimensioni giganti e dal comportamento maligno.
Dal sostantivo troll derivano comunemente, sia in lingua inglese sia tramite l'adattamento alla lingua italiana, il verbo to troll (tradotto in trollare), ovvero l'agire come un troll, cioè fomentare gli animi provocatoriamente, e la locuzione farsi trollare, ovvero il cadere nella trappola di un troll, rispondendo alle sue provocazioni.
Alternativamente, il termine potrebbe provenire da un altro significato del verbo inglese to troll, cioè muovere un'esca in modo tale da spingere un pesce ad abboccare. Storia del fenomeno I primi riferimenti all'uso del termine "troll" sono presenti nell'archivio Usenet (una rete mondiale) e risalgono agli anni ottanta. Non è tuttavia chiaro se il significato attribuito al termine fosse quello successivamente conferitogli o se fosse un semplice epiteto utilizzato fra i vari possibili.
L'origine più probabile del termine troll è nella frase "trolling for newbies", che divenne popolare nei primi anni 1990: un detto scherzoso fra utenti di lunga data che presentavano domande o argomenti tanto ripetuti e dibattuti che solamente un nuovo utente poteva perder tempo a rispondervi. Altri estesero il significato per includere il comportamento di utenti disinformati; tuttavia i troll erano ancora considerati nell'accezione ironica, più che provocatrice.
Nella letteratura la pratica venne documentata da Judith Donath nel 1999:
«Agire come troll è un gioco di false identità, compiuto senza il consenso degli altri partecipanti. Il troll cerca di farsi passare per un legittimo utente che condivide gli stessi interessi e argomenti degli altri; i membri del gruppo, se riconoscono un troll o altri impostori, cercano sia di distinguere i messaggi reali da quelli degli impostori, sia di fare in modo che l'impostore abbandoni il gruppo. Il successo o meno di questi tentativi dipende da quanto sono bravi (sia gli utenti che i troll) ad individuare le rispettive identità; alla fine, il successo o meno di questa strategia dipende da quanto diminuisce il divertimento che il troll ricava da questo gioco a causa del "prezzo" imposto dal gruppo.»
«D'altro canto i troll possono danneggiare il gruppo in molti modi. Possono interrompere le discussioni, dare cattivi consigli, minare la fiducia reciproca della comunità degli utenti. Inoltre un gruppo di discussione che sia stato oggetto di attacco di un troll può "sensibilizzarsi" e rifiutare di discutere o rispondere a domande oneste ma ingenue, scambiandole per ulteriori messaggi del troll: questo può portare a osteggiare un nuovo venuto, che non sa nulla di tutta la vicenda e si ritrova rabbiosamente "accusato". Anche se l'accusa è infondata, essere considerati dei troll è molto dannoso per la propria reputazione online.» Il comportamento del troll Solitamente, l'obiettivo di un troll è far perdere la pazienza agli altri utenti, spingendoli a offendere e aggredire a loro volta, generando, così, una flame war, cioè uno scambio di insulti. Una tecnica comune del troll consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione vissuta come sensibile e già lungamente dibattuta dagli altri membri della comunità. In altri casi, il troll interviene in modo apparentemente insensato o volutamente ingenuo, con lo scopo di irridere quegli utenti che, non capendone gli obiettivi, si sforzano di rispondere a tono ingenerando ulteriore discussione e senza giungere ad alcuna conclusione concreta. Un altro sistema utilizzato dal troll consiste nel cross posting, ovvero nella pubblicazione di un messaggio in più sezioni diverse per infastidire più gruppi contemporaneamente. Un troll particolarmente tenace ed astuto può scoraggiare gli utenti di una comunità virtuale fino a causarne la chiusura. Il fake La figura del troll può coincidere in alcuni aspetti con quella del fake. Il fake è un utente che disturba la comunità rappresentando false identità . In questo caso il fake finge di essere un altro utente più o meno noto alla comunità, assumendone il nickname allo scopo di ottenere qualche vantaggio o operare contro la reputazione del "proprietario" usuale del nickname stesso. Tuttavia, un fake potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione (diversamente dal troll), mentre un troll potrebbe non celare né falsificare la propria identità (diversamente dal fake). Sovente le due figure, però, hanno obiettivi sovrapponibili. Attività associate al troll

Le principali motivazioni del troll

Aspetti utili dell'attività del troll Sebbene il "troll" sia generalmente considerato una presenza indesiderabile, la sua attività può in taluni casi portare conseguenze utili alla comunità. Esso può infatti: rafforzare il sistema contro gli attacchi e contribuire a formare i soggetti che si occupano della prevenzione.

Vi sono infine casi nei quali l'epiteto di "troll" è formulato con intenti ironici e scherzosi e contribuisce quindi alla coesione del gruppo. I soggetti coinvolti Nelle comunità virtuali, alcuni utenti agiscono come "cacciatori di troll", entrando volontariamente in conflitto con altri utenti che reputano tali e finendo per essere a loro volta dannosi per la comunità (dando, per l'appunto, "da mangiare al troll").
Durante i conflitti causati dai troll il comportamento degli utenti si può dividere in categorie:

Gli Spettatori: chi si allontana dal conflitto limitandosi a osservare o anche abbandonando la comunità. Contromisure alle azioni di disturbo La soluzione più comune alle azioni del troll è ignorare le provocazioni, resistendo alla tentazione di rispondere. Quando un troll viene ignorato, solitamente inizia a produrre messaggi sempre più offensivi cercando di provocare una reazione, sovente scadendo anche nel grottesco, per poi abbandonare il gruppo.
Se il sistema lo permette, si possono inoltre applicare filtri che rendono invisibili al resto della comunità i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup, o le "black list").
Altra soluzione, specie se la discussione sta degenerando, è sfruttare le capacità degli utenti moderatori che pacatamente cercano di riappacificare gli animi.
Poiché esistono diversi motivi che portano ad assumere il comportamento tipico di un troll, alcuni non in malafede, attribuire ad un utente l'etichetta di troll può generare ulteriori tensioni.
La letteratura sulla risoluzione dei conflitti in sociologia, suggerisce infatti che indicare una persona come un disturbatore non sempre aiuti a far cessare i comportamenti indesiderati. Una persona allontanata da un gruppo sociale, può infatti assumere il ruolo di antagonista e cercare di disturbare o far arrabbiare ulteriormente i membri del gruppo. L'etichetta di "troll" può quindi perpetuare o aggravare il comportamento del disturbatore.